giovedì 31 ottobre 2013

dolcetto o scherzetto?


Con il suo color arancio caratteristico, la zucca rallegra l'autunno e non solo per la sua diffusione in prossimità della festa di Halloween.
Questa cucurbitacea, la cui specie più famosa, grazie proprio alla festa delle zucche è la cucurbita pepo, è di origine incerta, pare che sia stata importata da Cristoforo Colombo, ma ne sono state ritrovate testimonianze anche nell'antica Roma.
Nonostante il suo sapore dolce, questo ortaggio è composto in grandissima parte da acqua, possiede molta fibra e vanta un contenuto calorico veramente basso (pari ad una bella insalata). Queste caratteristiche ne fanno un alimento molto adatto nelle diete e a chi soffre di diabete: il quantitativo di zuccheri in essa contenuto si aggira intorno ai 3-4 grammi per etto e i grassi come in quasi tutte le verdure sono pressoché assenti; contiene invece una buona quantità di fibra che può aiutare a regolarizzare l'intestino e ad aumentare il senso di sazietà.
Oltre a prestarsi a ricette golose come i tortelli mantovani, vellutate, sufflè e persino dolci, è un ottimo rimineralizzante, poiché contiene buone quantità di potassio molto utile per prevenire crampi e contrastare la ritenzione idrica, discrete quantità di ferro, fosforo e calcio, ha alte concentrazioni di vitamina A che aiuta nel mantenimento di una buona funzionalità di vista, pelle, capelli e mucose; possiede inoltre discrete quantità di vitamina C che contribuiscono a rafforzare il sistema immunitario in questa stagione che lo mette a dura prova.
“Della zucca non si butta via nulla” e in effetti i suoi semi, tostati, sono un ottimo complemento alimentare: sgranocchiati come spezza-fame o inseriti in insalate invernali forniscono una buona quantità di acidi grassi omega3, ferro, zinco, magnesio diventando così un vero e proprio integratore alimentare senza contare gli effetti antielmintici dovuti alla cocurbitina che li annovera tra i rimedi della nonna contro le infezioni per esempio da tenia.
In questo periodo valorizziamo appieno le sue proprietà inserendola nell'alimentazione quotidiana soprattutto di anziani e bambini sfruttando il suo appeal e magari sperimentando qualche ricetta nuova.

martedì 23 aprile 2013

Vademecum di sopravvivenza famigliare..


Sento spesso le mamme lamentarsi della monotonia dell'alimentazione dei loro figli: solo patate,
pasta bianca o rossa, carne e pesce solo se impanati, verdura sì purché non abbia nulla di
verde...Insegnare ai propri figli a mangiare è impegnativo quanto educarli a diventare autonomi in
altri campi. Non si può pensare di soprassedere “tanto poi imparerà a mangiare tutto”: in studio
vedo moltissimi adolescenti e giovani adulti con grossissime difficoltà ad approcciare nuovi cibi
perché non l'hanno imparato da piccoli.
Vale la pena sforzarsi anche se può sembrare una fatica impari e quando si è stanchi dopo una
giornata di lavoro è più semplice mettere in tavola ciò che accontenta tutti e non crea conflitti.
Qualche consiglio allora per chi si deve barcamenare con queste difficoltà.
I bimbi sono curiosi per cui sfruttiamo questa loro innata propensione alle novità:
-portare i figli con sé a fare la spesa magari scegliendo un giorno in cui siamo rilassati e non di
fretta per spiegare cosa si compra e da dove arriva
-scegliere prodotti freschi e di stagione che sono più gustosi e profumati
-coinvolgere i propri bambini nella preparazione delle pietanze: toccando, annusando, pasticciando
si impara a conoscere ed apprezzare il cibo. Ciò che si è fatto con le proprie mani ha tutto un altro
sapore e sicuramente invoglia all'assaggio, così come usare la fantasia per “impiattare” : creare delle
belle composizioni nel piatto mette allegria, per i più piccoli scegliamo delle faccine spiritose o dei
buffi animaletti, raccontiamo favole che abbiano come protagonista il cibo che si sta mangiando e
cattureremo la loro attenzione.
Certamente non tutto può piacere e magari non al primo approccio, ma è bene insegnare ad
assaggiare il cibo: se non piace non deve essere un obbligo, ma i gusti possono cambiare o ciò che
all'occhio non appare invitante magari ha un sapore squisito!
Anche servire delle porzioni giuste educa al senso della misura più che una montagna di cibo da
affrontare..pensiamo che un bambino non ha le stesse necessità di un adulto!
Infine ricordiamoci che la cosa fondamentale è l'esempio: i bambini ci osservano e ci imitano, non
possiamo obbligarli a mangiare ciò che noi non vogliamo neanche vedere in tavola!

venerdì 14 dicembre 2012

Dieta vegetariana


Una lettrice mi chiede se il fatto di diventare vegetariana possa comportarle delle carenze o peggio ancora ingrassare. Il suo pensiero salta subito alla carenza di ferro, ma mi sento di rassicurare lei e tutti coloro che per scelta etica, salutistica o filosofica decidono di abbracciare la scelta vegetariana.
Sempre più studi portano in realtà ad orientare la propria alimentazione in questo senso. L'ultima piramide alimentare mette la carne ai vertici con un consumo di 2-3 porzioni a settimana che si riducono a una se pensiamo alla carne rossa o agli affettati/insaccati.
La base della nostra alimentazione dovrebbe essere costituita da vegetali, cereali integrali, legumi e in misura minore da latticini, uova e pesce.
Il problema se vogliamo è che quando si decide di diventare vegetariani si fa fatica a sostituire i classici “secondi piatti” e si finisce per fare scorpacciate di formaggi o per aumentare il consumo di carboidrati con l'inevitabile conseguenza di prendere peso e magari ritrovarsi con il colesterolo alto.
Occorre ricordare che nella dieta vegetariana la fonte proteica di eccellenza sono i legumi che abbinati ai cereali integrali e alla verdura forniscono piatti equilibrati e completi.
I latticini, intesi come formaggi, insieme alle uova vanno comunque moderati nella quantità e nella frequenza.
Come per la dieta onnivora, l'importante è la varietà: scegliere ogni giorno fonti diverse di carboidrati optando per quelle integrali più ricche di sali minerali e vitamine, consumare verdure di stagione possibilmente biologiche o a km0, utilizzare frutta secca, semi oleaginosi e riscoprire legumi di tutti i tipi rendono l'alimentazione vegetariana perfettamente sostenibile.

mercoledì 11 aprile 2012

Una riflessione sul cibo...

Una domanda che faccio spesso quando si parla di difficoltà nel far mangiare i figli è la presenza o meno della televisione a tavola. Negli ultimi anni è diventata un elettrodomestico onnipresente e purtroppo ha ottenuto un posto di primo piano anche nelle nostre cucine. Personalmente mi sono sempre opposta a questo pezzo d'arredamento che monopolizza l'attenzione di tutta (o una parte) della famiglia in un momento così importante com'è il pasto. Non ce ne si rende conto perché spesso ci dividiamo tra mille orari diversi, ma sedersi al tavolo e condividere tutti insieme un pranzo o una cena è un momento importantissimo per consolidare i legami e gli affetti. Accendere la televisione vuol dire portare l'attenzione all'esterno, mentre quello del pasto è uno dei pochi momenti in cui i ragazzi e i bambini possono raccontare e raccontarsi. Non c'è da stupirsi se un bimbo che non si sente coinvolto nei discorsi dei grandi presi a commentare gli avvenimenti del giorno, si alza senza aver finito di mangiare e si dedica ad attività più gratificanti: probabilmente lo faremmo anche noi! Sedersi a tavola tutti insieme, parlare di ciò che è capitato ad ognuno, in modo sereno e senza creare tensioni è il modo migliore per predisporre al pasto. Apparecchiare in modo curato e servire piatti fatti dalla mamma è un gesto d'amore che fa sentire i ragazzi importanti e da’ un significato aggiuntivo al cibo che si sta per consumare. Abituiamoli allora a partecipare attivamente alla preparazione dei pasti e abbandoniamo per un po’ la pigrizia e la stanchezza che ci fa cucinare sempre le solite pietanze. Al gusto ci si educa!

giovedì 16 febbraio 2012

Difendersi dal freddo anche con il cibo!

In questi giorni di freddo intenso è bene proteggersi evitando di uscire nelle ora più fredde e coprendosi adeguatamente, ma anche qualche accorgimento alimentare ci può aiutare: innanzitutto è bene che non manchino mai sulle nostre tavole zuppe e piatti in brodo: è un modo per scaldarci dall'interno e di consumare liquidi dato che in inverno si fa un po' fatica a bere.

Passati di verdura, vellutate, minestroni e anche le classiche ribollite o zuppe di legumi servono bene allo scopo e ci fanno fare il pieno di fibra. Il mio consiglio è di introdurli soprattutto alla sera accompagnati da qualche crostino o da quei cereali che si mangiano più raramente come il farro, l'orzo o l'avena.

Con le basse temperature spesso si richiede un surplus di energia che è bene venga dai carboidrati complessi e non dagli zuccheri semplici, quindi poche bevande zuccherate, ma qualche fetta di pane in più, meglio se integrale e accompagnata con del miele che ha un effetto calmante e blandamente antinfiammatorio o qualche quadratino di cioccolato fondente oppure ancora da frutta secca in guscio o in crema (crema di nocciole o mandorle per esempio) da inserire a colazione o a merenda.

Alt invece agli alcolici, la sensazione di “calore” che si percepisce è momentanea e illusoria: l'alcool è infatti un vasodilatatore, aumenta il flusso sanguigno periferico provocando in realtà una dispersione di calore!Molto meglio un the caldo non troppo zuccherato o una tisana.